Allarme allergie: ecco perché i sintomi sono esplosi in questo periodo e come difenderti

Negli ultimi mesi sempre più persone si sono trovate a fare i conti con reazioni allergiche improvvise e sintomi che sembrano non dare tregua. Il fenomeno, che colpisce adulti e bambini indistintamente, sta assumendo proporzioni notevoli, fino al punto da essere definito da alcuni specialisti come un vero e proprio “allarme allergie”. Ma quali sono le cause che spiegano l’esplosione dei sintomi in questo periodo e quali strategie possiamo adottare per difenderci efficacemente?

Le cause dell’intensificarsi delle allergie

Le allergie stagionali sono il risultato di una risposta eccessiva del nostro sistema immunitario a sostanze esterne normalmente innocue, chiamate allergeni. Tra questi, i pollini di piante erbacee e arboree rappresentano uno dei trigger principali, ma vanno annoverati anche muffe, acari della polvere, punture di insetti e inquinanti atmosferici che contribuiscono a peggiorare i sintomi respiratori e cutanei. La presenza e la concentrazione degli allergeni variano a seconda della stagione e delle condizioni meteorologiche, ma quest’anno diversi fattori hanno contribuito a prolungare e intensificare il periodo delle allergie:

  • Cambiamento climatico: inverni più miti e brevi hanno anticipato la fioritura di molte piante e allungato la stagione dei pollini, rendendo l’esposizione agli allergeni più lunga e intensa.
  • Aumento delle temperature: temperature elevate e clima secco favoriscono la diffusione dei pollini nell’aria e la proliferazione di muffe.
  • Inquinamento atmosferico: sostanze come ozono e altri inquinanti agiscono da “potenziatori” dell’infiammazione delle vie respiratorie, amplificando la sensibilità agli allergeni.
  • Variabilità climatica: bruschi cambi di temperatura e precipitazioni possono alterare la concentrazione degli allergeni a livello locale e rendere difficile la loro prevedibilità.

Sintomi più comuni: come riconoscerli

I sintomi delle allergie stagionali possono essere facilmente confusi con quelli di un raffreddore virale, soprattutto perché spesso coinvolgono occhi, naso e vie respiratorie. Tuttavia, ci sono alcune differenze chiave da riconoscere per distinguere l’allergia da altre condizioni:

  • Rinite allergica: starnuti a raffica, naso che cola, senso di ostruzione nasale, prurito a naso e gola, assenza di febbre.
  • Congiuntivite allergica: occhi arrossati, lacrimazione intensa, prurito e sensazione di bruciore oppure fotofobia.
  • Sintomi cutanei: arrossamento, prurito, comparsa di pomfi o vescicole dopo il contatto con allergeni; nei casi di dermatite atopica o da contatto, possono essere localizzati a livello di mani o volto.
  • Tosse secca e broncospasmo: nei soggetti asmatici, l’esposizione a pollini o altri allergeni può scatenare crisi respiratorie più serie e persistenti.

La differenza principale rispetto al raffreddore sta nella durata (le allergie possono protrarsi per settimane) e nell’esacerbazione dei sintomi in presenza dell’allergene sospetto; inoltre, il prurito a occhi e naso è tipico dell’allergia e raro nel raffreddore virale.

L’impatto del cambiamento climatico sulle allergie nel 2025

Il clima globale sta cambiando profondamente le abitudini di molte specie vegetali, con effetti tangibili anche sulle patologie allergiche. Secondo numerosi esperti, l’anno in corso è stato caratterizzato non solo da stagioni polliniche più lunghe, ma anche da picchi di concentrazione più elevati rispetto al passato. Questo andamento anomalo viene attribuito principalmente a:

  • Fioriture anticipate e prolungate, che aumentano l’impatto dei pollini nell’ambiente.
  • Maggiore sensibilizzazione: l’aumentata esposizione nel tempo favorisce la comparsa di sintomi anche in chi, negli anni precedenti, non era mai stato allergico.
  • Reazioni crociate: in molti casi, alcuni pollini condividono allergeni simili a quelli di certi cibi (frutta e ortaggi), peggiorando i disturbi in soggetti predisposti.

L’aumento registrato nella prevalenza delle allergie stagionali trova conferma anche nei dati ambulatoriali: più persone si rivolgono ogni anno agli allergologi, sia per consulti diagnostici sia per richiedere terapie efficaci.

Strategie di difesa: cosa fare per prevenire e alleviare i sintomi

A fronte di una crescita così significativa dei casi, prevenzione e gestione quotidiana rappresentano la chiave per ridurre l’impatto delle allergie sulla qualità della vita. Seguire alcune semplici regole può fare una grande differenza:

  • Limitare l’esposizione: evitare escursioni e attività all’aperto durante le ore centrali della giornata, quando la concentrazione dei pollini è più alta (in genere tra le 10 e le 16).
  • Tenere chiuse le finestre negli ambienti domestici e in auto durante i picchi di pollini; arieggiare le stanze solo al mattino presto o dopo il tramonto.
  • Lavarsi viso e capelli la sera prima di andare a dormire, per rimuovere i residui di polline accumulati all’esterno.
  • Cambiare i vestiti appena rientrati a casa e evitare di stendere il bucato all’aperto.
  • Utilizzare filtri antipolline sui condizionatori domestici e dell’auto, e indossare occhiali da sole per ridurre il contatto dei pollini con gli occhi.
  • Mascherine protettive nei luoghi con alta presenza di allergeni nell’aria possono essere utili soprattutto a chi svolge attività all’aperto.
  • Rivolgersi a uno specialista per identificare con precisione l’allergene responsabile, anche attraverso test cutanei o sierologici. Solo così sarà possibile impostare una terapia efficace, che può includere antistaminici, cortisonici locali (spray nasali o oculari), o immunoterapia specifica.
  • Rimedi naturali: integratori a base di quercetina, vitamina C o ribes nero, ma sempre previo parere del medico.

Quando è necessario rivolgersi al medico

Se i sintomi allergici diventano persistenti, gravi o non rispondono alle misure preventive, è fondamentale consultare un allergologo. Alcuni segnali che devono indurre a chiedere un consulto urgente includono:

  • Comparsa di difficoltà respiratorie improvvise o peggioramento dell’asma
  • Gonfiore di volto, labbra o gola (possibile angioedema)
  • Prurito e orticaria diffusa dopo punture di insetti o ingestione di alimenti sospetti
  • Sintomi che impediscono le normali attività quotidiane

La prevenzione resta l’arma più efficace: restare informati sui periodi critici tramite i bollettini dei pollini, adottare strategie di riduzione dell’esposizione e seguire le indicazioni dell’allergologo rappresentano i passi fondamentali per affrontare con successo questa sfida. In un contesto segnato da cambiamenti climatici rapidi e imprevedibili, la consapevolezza del fenomeno e l’adozione di buone pratiche di difesa individuale sono più che mai cruciali per preservare il benessere e contrastare l’”esplosione” delle allergie che caratterizza la nostra epoca.

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