La sfida della PA digitale: ecco alcune soluzioni

La sfida della PA digitale: ecco alcune soluzioni

Il Governo, ad inizio primavera, si è proposto di supportare gli Enti sul territorio da i comuni, alle città metropolitane, province, Regioni, aziende sanitarie e molti altri, nel percorso di trasformazione digitale; un fattore determinante per il raggiungimento dei target del PNRR.

A seconda della tipologia di misura e di PA, sarà possibile accedere alle risorse attraverso soluzioni standard o attraverso la presentazione di progetti.

Le soluzioni standard semplificano l’accesso ai fondi e sono pensate per una platea ampia di beneficiari: le amministrazioni potranno accedere – con un’unica registrazione – a più misure, richiedendo sia finanziamenti per la migrazione al cloud sia per il miglioramento dei siti web, senza scrivere o presentare progetti per ricevere finanziamenti.

I contributi saranno riconosciuti alle amministrazioni sulla base del raggiungimento di specifici obiettivi predefiniti. Il processo di rendicontazione sarà quindi alleggerito, e non sarà necessario rendicontare le singole spese effettuate per ottenere i fondi.

La modalità di accesso che prevede la presentazione di progetti considera dei criteri di valutazione automatici che consentiranno una valutazione di più rapida. In questo caso, l’erogazione dei contribuiti seguirà alcuni passaggi che possono prevedere un’anticipazione o delle tranches, fino al saldo ed erogate “a rimborso”.

 


 

Alcune aree di intervento:

 

  • Abilitazione e facilitazione della migrazione al cloud: è l’investimento 1.2 della prima missione del PNRR e può contare su un miliardo di investimento. L’obiettivo è di far sì che il 75% della platea potenziale (16.544 amministrazioni) effettui questo passaggio entro il 2026, ma che già entro il primo trimestre del 2023 più di due terzi di queste (12.644) abbiano definito un piano di migrazione.
  • Migliorare l’esperienza dei servizi pubblici digitali e portare online i servizi pubblici per i cittadini promuovendo l’adozione di modelli collaudati e riutilizzabili: è l’investimento 1.4.1 della prima missione del PNRR e può contare su 613 milioni di euro di investimento. L’obiettivo è di far sì che l’80% della platea potenziale (15.979 amministrazioni) raggiunga l’obiettivo di avere servizi conformi.
  • Identità digitale, favorire l’adozione dell’identità digitale (Sistema Pubblico di Identità Digitale, SPID e Carta d’Identità Elettronica, CIE): l’obiettivo di questo investimento, che è l’1.4.4 della prima missione del PNRR e che può contare su una risorsa di 285 milioni, è di raggiungere entro il 2026 il 100% dell’obiettivo, facilitando così il percorso per l’identità digitale di tutti i cittadini italiani.
  • Piattaforma notifiche, ossia l’adozione dell’infrastruttura unica che permetterà alle PA di notificare gli atti amministrativi a valore legale alle persone fisiche e giuridiche: si tratta di un investimento (il 1.4.5 della prima missione del PNRR) che può contare su 245 milioni di investimento e deve coinvolgere entro il 2026 circa ottomila delle diecimila amministrazioni potenzialmente interessate.

 


 

Le risorse disponibili

 

Gli avvisi avranno una durata da 4 a 6 mesi e alla fine di ogni mese verranno riconosciuti i fondi alle amministrazioni che si sono candidate e che rispondono ai requisiti. Il 40% dei fondi sarà destinato al Sud. Aderendo a tutte le cinque misure i vari comuni potranno contare sulle seguenti risorse:

 

  • Comuni piccoli: fino a circa 250mila euro
  • Comuni medi: fino a circa 800mila euro
  • Comuni grandi fino a due milioni di euro

 

Un’altra novità di questi ultimi giorni è il cosiddetto “Secondo Decreto PNRR” ossia il Decreto-legge approvato lo scorso 13 aprile in Consiglio dei ministri.

Si tratta di un decreto corposo che riguarda l’accompagnamento delle amministrazioni alla trasformazione digitale, possiamo mettere in evidenza alcuni punti importanti:

  • Per assicurare la piena attuazione degli interventi di transizione inclusi nel PNRR legati al superamento dell’emergenza formativa digitale, ecologica e amministrativa dei dipendenti della Pubblica amministrazione, è assegnato a Formez PA un contributo di 60 milioni di euro per accompagnare le amministrazioni.
  • Arriva, con il Decreto PNRR 2, un ampliamento del codice di condotta dei dipendenti pubblici che comprende una sezione dedicata al corretto uso delle tecnologie informatiche, dei mezzi di informazione e dei social media, anche la fine di tutelare l’immagine della pubblica amministrazione.

 

Un importante cambio di passo


In conclusione, queste iniziative costituiscono una risposta importante all’oggettiva debolezza di molti enti locali, soprattutto del Sud, nel rispondere ai bandi del PNRR e a compiere il necessario passaggio al digitale. È senz’altro un cambio di passo da guardare con favore.

 

Questa soddisfazione sarà ancora maggiore e più convinta se, nel proseguire l’azione di accompagnamento, si curerà una dimensione fondamentale per condividere gli sforzi e per rendere questa missione strategica veramente frutto di uno sforzo comune. La dimensione orizzontale della collaborazione.

È necessario attivare non solo una funzione di controllo e di monitoraggio, ma soprattutto una funzione di ascolto, raccogliendo indicazioni su progetti per condividere e comunicare in modo tempestivo e coordinato informazioni e dati relativi alla realizzazione delle attività e all’impatto che le riforme hanno in termini di attuazione degli interventi previsti dal PNRR, anche in ottica di sinergia e complementarità con altre iniziative.

 

Il PNRR e con esso la ripresa, avrà possibilità di successo sul territorio solo se le amministrazioni locali avranno la certezza di avere una comunicazione a due vie con gli enti centrali titolari delle misure. Se avranno la continua esperienza dell’ascolto, se potranno però anche istituire una dimensione orizzontale di dialogo, creando vere e proprie comunità di pratica relative alle diverse dimensioni degli interventi.

 

 

Source: Carlo Mochi Sismondi, Agenda Digitale

 

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